Inediti - I vostri testi
In questa pagina potrete leggere i migliori lavori pervenuti al nostro sito. Stazioneranno per una o più settimane, poi cederanno il posto ad altri scritti meritevoli.
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«Consulente finanziario»

«Ah, un economista!»

«Veramente sono laureato in filosofia, solo che... è una lunga storia, ti annoierei e poi non mi va di raccontarla», disse sperando che lei gli chiedesse di farlo.

«Ma a me va di sentirla...»

«Milly - intervenne la voce del proprietario - noi andiamo. Quando il signore ha finito chiudi tu?»

Bruno stava per dire che aveva finito, che se ne sarebbe andato, che aveva pure quattro ore di moto da fare per arrivare a casa. Ma non disse niente e lasciò che il «certo, chiudo io» della ragazza contenesse tutto quello che lui avrebbe voluto dire e non aveva detto. I proprietari lo salutarono e lui ricambiò a mezza voce, con un po' di vergogna. La vecchia gli chiese se sarebbe tornato. E lui la rassicurò. Poi furono soli nella penombra.

«Milly?»

«Sta per Milena. Allora, com'è che un filosofo diventa economista? A parte tutto interessa pure a me, tra meno di un anno mi laureo...»

Bruno abbassò gli occhi, le sue mani si fecero incerte e la sua voce aveva un tono che non riconosceva. Cominciò a raccontare e nello scorrere della memoria e di un'anima nuda come era in quei momenti quella di Bruno, la ragazza si insinuò aiutandolo a capirsi meglio, a rendersi conto di cose che solo in quel giorno era riuscito a mettere a fuoco, ma non del tutto a chiarire. Lei divenne con poche frasi parte della sua anima. E quando con un sorriso da femme fatale buttò fuori l'ultima nuvola di fumo, spense la sigaretta e lo baciò... Bruno non fu in grado di decidere niente.

Dalla scomoda panca passarono presto al pavimento, ma per la prima volta Bruno sapeva di non essere lui a condurre il gioco, sapeva che se solo avesse tentato di condurlo si sarebbe fatto molto male, perché lei era decisa a non permetterglielo. Sapeva di non sapere che cosa stava provando e perché. Ripensava a tutto quello che durante il giorno si era ripromesso e a come la ragione è ingovernabile quando l'istinto o il sentimento prendono il dominio. Quando i suoi pensieri furono troppo aggrovigliati per non rischiare di impiccarcisi, Bruno smise di pensare e si abbandonò.

Lei era fiume in piena e fuscello al vento, era pantera e cerbiatto, era ciclone e brezza. Lui la guardava con occhi da fanciullo, sbarrati e stupiti davanti all'imprevedibile. Lei voleva squassarlo e domarlo, bruciarlo e placarlo. Lui non voleva niente.

L'alba si affacciò impudica sui loro corpi, scoprendo gli occhi aperti di Bruno sul corpo dormiente di lei. E dietro quegli occhi nessuna domanda, nessun pensiero. Con un sorriso lei si svegliò, e si accorse che lui non aveva chiuso occhio per guardarla dormire. Lo accarezzò e si alzò, rivestendosi in fretta.

«Devo andare di corsa a casa. Doccia, colazione e poi di nuova qua a lavorare.»

«Ma non lavori solo di sera?»

«Sì, ma al mattino devo dare una mano a preparare tutto per la sera. Dalle otto e mezza alle dieci. Poi sono libera per tutto il giorno.»

«Allora se rimango possiamo vederci...»

«Se ti va...», disse la ragazza con poco entusiasmo.

«Perché, a te non va?»

«Boh, sì, come vuoi... Tanto tra dieci giorni parto, torno in città...»

«E che vuol dire...»

«Semplice, no... Cioè, se vuoi stare qua questi dieci giorni, per me... mi fai compagnia, scopi pure da dio... però poi chi s'è visto s'è visto.»

Bruno sentì i muscoli cedere di schianto, e dovette fare uno sforzo per trattenere le lacrime che non aveva mai pianto. «Ho capito. Ti andava una scopata...».

«E che, a te no?»

«Certo, certo... - disse senza neanche sforzarsi di nascondere l'amarezza - Ma toglimi una curiosità, se puoi... perché hai voluto sapere tutto di me, perché mi hai fatto scoprire fino a quel punto, perché mi hai avvolto di emozioni che... insomma un po' d'esperienza ce l'ho, non si tirano fuori per una scopata...»

«Mah, se lo dici tu... Io ho solo fatto il primo passo per abbordarti e apparire interessante. Mica ti potevo violentare... Comunque, adesso andiamocene da qui che tra poco arriva il boss. Se rimani, passa da qua, magari ne riparliamo con calma.»

Lo baciò su una guancia, chiuse la porta e si dileguò. Bruno rimase immobile a guardare l'alba svanire nel giorno. Sentì un fremito dentro e si volle convincere che era di freddo, nonostante gli procurasse un nodo in gola. Sarebbe rimasto? L'avrebbe ricoperta di rose e attenzioni? Non aveva la forza per salire sulla moto e scappare. Non sapeva cosa avrebbe fatto, ma voleva farlo. In quel momento scoprì di poter essere fragile e ridicolo, e capì finalmente che vuol dire essere innamorati.

Gianni Cardillo è un giovane sceneggiatore (Trapani, 1967) di talento, residente a Roma, dove lavora per il cinema e per la televisione.